Insieme sulla strada della genitorialità positiva

Nell’Atelier, cerchiamo insieme di (ri)trovare la strada verso la gioia dello stare in famiglia, di attraversare le sfide delle relazioni genitorə-figliə nel rispetto dei bisogni di tutti, bambinə e adultə, costruendo delle vere alternative alle violenze educative ordinarie che tanti di noi hanno conosciuto e di cui non è facile sbarazzarsi quando si diventa genitore. 
Decostruire e ricostruire, provare, sbagliare e creare, insieme, sviluppando i propri strumenti.

Quanti problemi ci sembrerebbero meno spaventosi, se potessimo vedere nella palla di cristallo nostrə figliə ormai adultə: che dorme da solə, senza carie, che mangia frutta e verdura, saluta i colleghi, non si rotola per terra quando si sentire dire no…
Ma una palla così non esiste (e tutto sommato, sarebbe triste perdersi l’ignoto del viaggio insieme a loro).
Il quotidiano con i nostri figli ci costringe a vivere nel presente più assoluto – cosa che loro sanno fare alla perfezione – buttando un occhio al passato, che ci insegna che tutto passa, e al futuro, ricordandoci che ciò che conta davvero è la relazione.
Ecco, l’unica cosa che vorrei vedere nella mia palla di cristallo sarebbe un pranzo semplice con nostrə figlə ormai grandə, tutti che ridono a squarciagola… come quando erano piccolə.

🔮 Se solo avessimo
una palla di cristallo...

Quando una situazione spinosa si ripete e diventa logorante, spesso – dietro il comportamento – c’è un bisogno non soddisfatto.
Può essere il bisogno di nostro figlio, uno dei nostri, oppure entrambi.
È proprio il conflitto tra questi bisogni – che a volte sembrano inconciliabili – a generare tensione e a farci premere (o subire) i famosi pulsanti rossi.
E come se non bastasse, in mezzo a tutto questo, può riemergere anche un bisogno più antico, profondo, difficile da individuare: un bisogno che non è stato riconosciuto quando eravamo bambinɜ.
Perché sì, è difficile dare agli altri – e soprattutto ai nostri figli – ciò che noi stessi non abbiamo ricevuto, soprattutto quando non ne siamo (ancora) consapevoli.
Una vera tripla fatica dei conflitti tra bisogni.

🚨 Conosci i tuoi pulsanti rossi ?

⛽ Come sono messi
i vostri serbatoi ?

Ogni relazione ha bisogno di carburante: nel nostro caso, si chiama amore, cura, presenza. Quando i serbatoi affettivi sono pieni, tutto fila più liscio: anche un no viene accolto con meno fatica, e la giornata scorre con più leggerezza. Ma quando il serbatoio è vuoto – per i bambini e per noi adulti – le tensioni aumentano, la pazienza diminuisce, e ogni piccola cosa può diventare una montagna, con crisi, pianti, urla o chiusure nei bambini, ma anche con rabbia, stanchezza o giudizi severi negli adulti. Un serbatoio è pieno quando i bisogni sono soddisfatti ; ma si svuoterà se i bisogni sono ignorati, trascurati, non riconosciuti.
Prendersi cura dei propri bisogni non è egoismo: è il primo passo per potersi prendere cura con presenza e rispetto anche di chi cresce con noi. Perché non possiamo versare da una brocca vuota.


🎈E se giocare fosse la via più breve...

Per connettersi. Quando giochiamo, smettiamo di gestire, di reagire e iniziamo a stare, con presenza, curiosità, e leggerezza. Il gioco è un linguaggio universale, ma molte persone adulte sentono di averlo dimenticato o pensano di non esserne capaci. Sento tanti adulti dire “non mi piace giocare”. Eppure, il gioco ha mille forme: non è solo inventare storie con i pupazzi o travestirsi. Può essere uno sguardo complice, una battuta, un inseguimento nel corridoio, una voce buffa, una regola stravolta.
I bambini lo sanno. Sono maestri del presente, esperti in connessione e meraviglia. Lasciarci guidare da loro, anche solo per pochi minuti al giorno, può cambiare il tono di una giornata e, a volte, anche la qualità della relazione. Nei percorsi che propongo, il gioco è un modo profondo di stare in relazione, e sì — si può imparare (o reimparare) a giocare.

Informazioni teoriche sulla genitorialità rispettosa, gentile o ancora dolce sono rese sempre più accessibili, ma ci si può sentire bloccati in alcune situazioni sgradevoli, in difficoltà a trovare il piacere nel gioco, a porre limiti rispettosi con lə figliə o a mantenere la calma. Sbloccare o riparare. Con gli strumenti giusti, tutto si può fare.  

sbloccare

Ogni famiglia è unica, e ogni genitore è il miglior artigiano del proprio percorso. Nell’Atelier ti verranno dati strumenti personalizzati per esplorare e scoprire soluzioni su misura per te e per la tua famiglia. Insieme, metteremo a fuoco le risorse che già possedete, e potrai cercare quelle che vi mancano. A volte, le risposte si trovano proprio lì, nei piccoli segnali quotidiani, nei nostri comportamenti, nei nostri figli e figlie, che, se osservati con attenzione, possono rivelarsi i migliori maestri.
Basta essere accompagnati con fiducia ed usare gli strumenti adatti e personalizzati, per provare, sbagliare, perfezionare e integrare nuove abitudini, nuovi gesti quotidiani.

🔎 Un approccio basato sull'esplorazione delle proprie risorse

Esplorare

rompere

A volte non basta aggiustare: serve rompere. Non è sempre un piccolo granello di sabbia a inceppare l'ingranaggio, ma una catena che si tramanda da generazioni — fatta di urla, punizioni, paure, silenzi. Rompere questa catena non è un atto di ribellione, ma un gesto di amore. Per sé, per lə propriə bambinə, per le relazioni che verranno. Nell’Atelier, accogliamo anche queste rotture: quelle che fanno rumore, che fanno paura, ma che aprono la strada a qualcosa di nuovo, ancora tutto da scoprire.

🛠️ Quali strumenti mette a disposizione l’Atelier?

🛠️ Quali strumenti
mette a disposizione l’Atelier?

Oltre all’ascolto incondizionato, l’Atelier propone strumenti creativi, esperienziali e su misura, per accompagnare l’esplorazione e sostenere i cambiamenti concreti nel quotidiano.
 ✧ emotional journaling, collage creativi, mind mapping e scrittura libera
 ✧ teatro forum, focusing corporeo e l'approccio ludico del playful parenting che ci aiuta a risvegliare la parte giocosa dentro di noi. 

Proviamo insieme diversi strumenti per scoprire quelli più affini, così da poterli riutilizzare in autonomia anche dopo il percorso.
Il coaching è creativo quanto la genitorialità che coltiviamo insieme, permette di sviluppare nuove capacità di esplorazione e di mantenerle dopo il percorso di sostegno, quando la vita ci presenta nuove sfide.


riparare

Destinate ai professionisti dell'infanzia che desiderano esplorare la propria postura e/o la dinamica di équipe.

formazioni professionisti

Cicli di incontri tematici a gruppo chiuso, dove si attiva l'intelligenza collettiva e si crea una rete di sostegno tra pari.

percorsi di gruppo

Percorsi di 3, 6 o 8 incontri one-to-one o di coppia, per genitori, neogenitori, genitori in attesa o di cuore, nonni...

Consulenze individuali 

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